di Maria Ronzoni, socia Associazione Amicizia,  dal libro “Testimonianze” curato da Giuseppina Achilli.

MARIA: Arrivata quasi alla laurea in medicina, quale è stata la molla, che cosa ti ha spinto a lasciare una carriera che poteva risultare brillante in un immenso campo di bene, per darti al servizio degli emarginati?
ADELE: Mi ha spinto la considerazione dei bisogni integrali dell’uomo, ossia dei bisogni non solo di ordine materiale, ma di ordine anche morale, spirituale, perciò ho pensato di dedicarmi ad una categoria di persone che esprimessero non solo bisogni fisici, ma appunto, carenze morali e spirituali.
Anche il campo medico era un campo aperto di bene, ma non nella linea da me desiderata perché mi interessava soprattutto il campo morale, ossia il peccato, quindi mi sono dedicata ad una categoria di persone che erano in uno stato di maggior bisogno spirituale.

MARIA: Avvicinando e toccando le miserie umane più impensate sei riuscita a superarle ed amare chi te le esponeva. Lo hai fatto solo per la certezza che la persona è amata da Dio o effettivamente sentivi uscire da te un palpito?
ADELE: Ho sempre sentito una condivisione con loro in quanto mi sono spesso ritrovata dentro di loro: ossia mi sono ritrovata prostituta, ladra, assassina… soprattutto non solo in ordine a Dio, ma anche in ordine ai fratelli.

MARIA: Nei tuoi rapporti con Dio è più grande il tuo “credere” o il tuo amore?
ADELE: Non c’è amore senza fede. In questo mondo la fede è la espressione dell’amore; nell’altro mondo la fede non ci sarà più ci sarà solo la Carità, ossia l’Amore.

MARIA: L’ascesi spirituale vuole una continua riflessione e un programma ben ordinato. Tutta presa dalle molteplici attività, come hai potuto conciliare preghiera e azione?
ADELE: Non ci può essere azione di questo tipo se non in stretto rapporto con Dio per cui preghiera e azione si conciliano magnificamente senza sforzo alcuno.

MARIA: Nel campo della verità tu riesci a sviscerare anche misteri profondi con tale semplicità che ci lascia ogni volta perplessi: è un dono di Dio, hai attinto dai libri, o è il frutto di lunghe meditazioni?
ADELE: E’ frutto di Eucaristia e di dono di Dio. Attraverso lo studio non ho mai trovato una chiarificazione ai misteri fondamentali. Solo attraverso l’Eucaristia, solo in rapporto diretto con Cristo ho potuto trovare la comunicazione con Dio.

MARIA: Nel tuo lungo servizio ai fratelli, come hai reagito alle inevitabili incomprensioni?
ADELE: Roba di ordinaria amministrazione. Le incomprensioni sono sempre vicendevoli, sono sempre contemporanee: non si è mai incompresi dagli altri se non quando, a nostra volta, non comprendiamo gli altri. E la convinzione di essere incompresi porta a non impegnarsi nello sforzo di farsi comprendere e, quindi, anche di comprendere gli altri.

MARIA: Sei sempre stata indicata come una donna veramente “libera”. Come hai raggiunto questa totale libertà?
ADELE: Attraverso la sottomissione e la disponibilità alla Grazia.

MARIA: Amicizia è lo scambio che esiste tra le Tre Divine Persone, scambio che dovrebbe essere riprodotto in noi. Vuoi esprimere meglio il tuo pensiero?
ADELE: Veramente “amicizia” è l’unione ipostatica del Verbo con la natura umana. Questa unione ipostatica indubbiamente deriva dall’Amore Trinitario, ma l’incarnazione da parte nostra di amicizia viene proprio attraverso l’imitazione del Cristo che dona se stesso assumendo noi. Così, ogni volta che noi avviciniamo un fratello, dobbiamo donare noi stessi e condividere la vita del fratello.

MARIA: Le opere ti hanno completamente assorbita, realizzandoti, ma c’è qualche cosa che non hai fatto, che ritieni in completa, o che comunque è quasi un “neo” sulla tua realizzazione?
ADELE: Mi pare che faccia parte della mia limitazione la impossibilità ad una realizzazione totale. Sono sempre un misto di peccato originale e di Grazia, di peccato attuale e di Grazia per cui sempre è possibile in me una disponibilità piena unita ad una carenza notevole.

MARIA: Tu sei stata una testimone del Vangelo, anzi, di più, si può dire che hai prestato a Gesù intelligenza, cuore, mani, forza, salute, tempo, ecc. perché continuasse, per tuo mezzo, la sua missione nel mondo. Questo ti ha reso sempre “gioiosa”, oppure in qualche momento anche tu, come Gesù, ti sei sentita “abbandonata”?
ADELE: E’ esattamente il contrario! Non sono io che ho prestato a Gesù, è Gesù che ha dato a me. Ho sempre chiesto a Gesù la grazia di essere da Lui sostituita; ho sempre detto: Cristo Gesù, vivimi!

MARIA: Data la tua esperienza ed i tuoi anni di dedizione ai fratelli, quale potrebbe essere la “parola d’ordine” perché nelle tue Opere sempre si continui il tuo spirito?
ADELE: “Lasciate che Gesù ami in voi con il suo spirito”.